Quinta superiore.
Partecipo ad un “contest” scolastico (una specie di Erasmus) e vinco.
Arrivo prima in tutta la scuola e sono felice.
Avrei potuto scegliere una destinazione europea a mia scelta dove passare sei mesi a studiare.
Non ho dubbi e scelgo Dublino.
Solo pochi giorni e la felicità si trasforma in ansia.
Non avevo mai preso un aereo e ne ero terrorizzata. Ho sempre avuto pura della morte fin da bambina.
Non voglio perdere questa occasione e mi rivolgo ad un sedicente psichiatra.
Mi prescrive delle benzodiazepine da prendere qualche mese prima della partenza.
Inutile dire che non sono mai partita perché é esplosa LA BOMBA.
Era un sabato sera come tanti.
Mi stavo preparando per andare a ballare con le amiche.
Mi accorgo di sentirmi strana. La testa era leggera e pesante allo stesso tempo.
Mi spavento e il mio primo istinto é stato quello di correre in bagno per guardarmi allo specchio.
Mi avvicino e mi perdo dentro i miei occhi.
Provo a mettere a fuoco ma non ci riesco.
Mi sale un terrore mai provato, la testa é troppo piena e vuota allo stesso tempo.
Mio padre é sul divano a guardare una partita di calcio.
Con fatica lo raggiungo e le gambe mi cedono.
Cado a terra ed inizio ad urlare fortissimo.
Non so spiegare cosa mi succede.
Abitiamo vicino alla guardia medica, in due minuti arriviamo.
Entriamo ma non riesco a smettere di urlare.
Arrivano un dottore e un’infermiera che mi chiedono cosa mi sento ma non riesco a rispondere.
Non mi provano nemmeno la pressione, mi dicono solamente di non fare la maleducata e di smettere di gridare.
Non mi aiutano, non fanno niente.
Rimangono fermi a fissarmi.
Io inizio a piangere disperata chiedo aiuto ma nulle, non si scompongono.
Mia madre mi porta via a forza.
Cammino a fatica, con il braccio dietro le sue spalle.
Ad un certo punto il mio corpo non risponde più.
Cado in ginocchio sul marciapiede, alzo gli occhi al cielo e vedo la luna piena.
Chiedo a Dio di uccidermi in fretta e poi solo buio.

