LA CHEERLEADER CHE PIANGEVA.

Gli anni nel frattempo passavano, medie, superiori.
Continuavo ad eccellere senza particolari sforzi a scuola ed anche nella vita sociale.
Alle superiori in particolar modo divenni quello che sognano tutte le ragazze guardando le cheerleader delle serie tv americane in tv.
I ragazzi più grandi facevano a gara per chiedermi di uscire.
Pesavo 50 kg, avevo una quarta naturale, capelli biondissimi fino al sedere. Non portavo più gli occhiali che tanto mi avevano fatto soffrire.
Ero sbocciata.
Me ne stavo sempre con altre due ragazze, eravamo le api regine, tutte e tutti ci ammiravano e ci temevano.
Nonostante la “popolarità” a scuola non perdevo un colpo, incassavo un dieci dopo l’altro (anzi un 100 all’epoca) dal diritto, all’ inglese, dalla matematica al francese.

NESSUNO sapeva che era tutta una facciata.

NESSUNO sapeva dei tagli sotto le maniche lunghe.

Quando non ero fuori con gli amici passavo le giornate chiusa in camera al buio ascoltando i Nirvana e pregavo di morire.
Leggevo continuamente “Christiane F – noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” e sognavo una vita come la sua.

Avevo anche dei rituali.

Mi chiudevo in bagno a chiave.
Spezzavo la prima parte del taglierino, la bruciavo con un accendino e passavo tutto sotto l’alcool denaturato.
Poi incidevo sul mio braccio parole o frasi come “sadness” “tristezza” o “betrayal”(tradimento).

Un giorno mio padre mi trovo almeno trenta coltelli sotto il cuscino.

Ero irascibile.
Spaccavo oggetti, lanciavo cose, picchiavo mia madre.

I miei genitori continuavano a portarmi dagli psicologi ma non solo li prendevo in giro, tutti loro dissero che a 16 anni ero troppo giovane per assumere farmaci e si rivelò tutto inutile.

Ovviamente non si parlava di diagnosi.

Ero solo ribelle, viziata e disturbata.

https://youtu.be/hEMm7gxBYSc

#dsm #salutementale

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