Una volta uscita dalla clinica io e M. diventammo una coppia.
Vivevamo in due città diverse e io guidavo più di 60 km per stare con lui qualche giorno a settimana dato che non frequentavo più l’università e lui era in aspettativa dal lavoro. Sua madre mi accolse come una figlia ed era molto felice dell’influenza positiva che avevo sul figlio. Io stavo molto meglio, ero abbastanza forte per stargli vicino e andare con lui dallo psicologo. Rigó dritto per un po’, anche se frequentavamo le sue vecchie amicizie e lui riusciva a non ricadere nelle vecchie abitudini. Poi un giorno il suo atteggiamento cambió, sparí nel nulla e mi lasciò. Soffrivo molto nel vedere le foto che la sua ex che si fingeva mia amica postava con lui su Facebook. Sua madre continuava a chiamarmi disperata perché lei non era una ragazza raccomandabile.
Nemmeno una settimana dopo, la sua sorellastra mi scrisse un lapidario messaggio su Facebook: M é morto.
MORTO.
Odiavo un morto.
Ora non avrei più potuto alzare il telefono e dirgli quello che pensavo sul suo tradimento.
Una sera con i suoi amici assunse droghe e si sentì male, loro per paura della polizia non chiamarono i soccorsi e lui morí in un anonimo appartamento.
Ricordo solo il funerale, crollai a terra. Di fianco a me lei, A. la “cattiva ragazza poco raccomandabile”. Lei cercó la mia mano ed io vomitai.
La stessa settimana o quella dopo non ricordo morí anche la mia amata nonna materna. Pur sforzandomi non riesco a ricordare se fosse estate o inverno, non ricordo né mese né anno.
Mia nonna era come una seconda madre per me e mi ha cresciuta. Era classe 1917 circa ma riuscii a comprendere la mia diagnosi. Mi stava vicina anche quando presa dai miei scoppi d’ira le dicevo cose schifose. Gli ultimi anni li ha passati in una struttura e io presa dai miei problemi di salute sarò andata a trovarla forse tre volte.Non le sono stata accanto nella sua terribile agonia in ospedale.
Ricordo che dissi al prete che non era lei quella nella bara e iniziai ad urlare.
Poi da lì più nulla, i miei ricordi spariscono e fanno un grandissimo salto temporale. Tutt’ora ci provo a mettere insieme quegli anni ma se ne sono andati per sempre.
Certo, li rivorrei indietro, mi appartengono ma allo stesso tempo ne sono terrorizzata.

