Non ricordo più nulla da allora, avevo circa 21/22 anni credo. Qualche psichiatra mi cambió la cura del Dottor M. e la continuai per anni. Nel frattempo sono certa che continuavo a vedere sempre LEI, la Dottoressa C. per la psicoterapia.
Mi sembra che avessi 24 anni quando conobbi in un’anonima serata V. Lui ne aveva 30 e mi corteggiò. Aveva una bella auto, un buon lavoro, era serio ed acculturato. Decisi che era giunto il momento di “mettere la testa a posto” e ci fidanzammo. Viaggiammo tanto, mie crisi permettendo. Ne ricordo una in particolare sulle Ramblas a Barcellona. Ero ingrassata nuovamente con i farmaci e il caldo di agosto mi diede alla testa. Mi facevo schifo, non accettavo il cambiamento del mio corpo e spesso le crisi erano causate da questo. Restammo gli ultimi 3 giorni chiusi in albergo con le tapparelle abbassate mentre io non capivo cosa mi succedeva. Andavamo a tantissimi concerti, cene e mostre.
Io nonostante tutto, nel frattempo, decisi di frequentare un’Accademia di Cinema e Moda che era sempre stata una mia grande passione. Terminai gli studi e mi offrirono subito un lavoro presso una grande multinazionale americana.
Mi dicevo che era questa la vita vera, un fidanzato ed un lavoro.
Mi trasferii in un’altra città e presi casa con due colleghe. Rifiorii. Persi tutto il peso senza problema e sfiorai l’anoressia. Lavoravo continuamente e non avevo il tempo materiale per mangiare. Ero entusiasta, ero davvero convinta che sarei riuscita a fare carriera. Finiti i sei mesi di contratto mi offrirono un indeterminato a 260 km da casa con la promessa che una volta si fosse liberato un posto vicino sarei stata ritrasferita. La sera stessa mi dissociai, ebbi una depersonalizzazione.

Questa condizione duró qualche giorno. Accettai il trasferimento e nel giro di una settimana mi ritrovai a vivere sola in un’altra regione in un monolocale che costava più della metà del mio stipendio. Lavoravo, lavoravo e lavoravo. Non mangiavo e dopo la fine del turno me ne tornavo a casa e pensavo alla morte. Nei giorni liberi prendevo il treno e tornavo a trovare V.
Nel frattempo le cose tra di noi peggioravano. Mi rendevo conto che non mi mancava anche se non mi ero mai guardata intorno. Scoprii dei lati del suo carattere che mi disgustavano. Era un razzista, misogino ed egoista, un bambino mai cresciuto che dopo 5 anni viveva ancora con mamma e papà.
Non avevo voluto vedere queste cose all’inizio perché volevo la “normalità” a tutti i costi.
Girai altre due città nel giro di un anno e finalmente mantennero la promessa. Mi avvicinai a casa e lasciai V poco tempo dopo. Andai in ferie con le amiche e al mio ritorno conobbi casualmente il mio attuale marito in un bar.
Lui arrivó dal nulla e in poco tempo salvó la mia anima perduta facendomi conoscere per la prima volta nella vita il significato di AMORE SANO.

